Recommendations for starting anti TNF-α in patients with ankylosing spondylitis

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La spondilite anchilosante è la malattia più rappresentativa del gruppo delle spondiloartriti. Di esso fanno parte anche l’artrite reattiva, l’artrite psoriasica, l’artrite associata alla colite ulcerosa ed alla malattia di Crohn e forme che non rientrando in nessuna della categorie precedenti sono dette indifferenziate (1). Si tratta di malattie molto frequenti che complessivamente colpiscono l-2% della popolazione (2). La spondilite anchilosante inizia di solito nella seconda e terza decade di vita ed è più frequente nel sesso maschile. In molti casi la malattia è progressiva ed è causa di un grado di disabilità non inferiore a quello provocato dall’artrite reumatoide (3). Gli scopi della terapia della spondilite anchilosante sono: ridurre l’intensità del dolore e della rigidità, migliorare la funzione, contrastare la progressione del danno radiologico e prevenire la disabilità. Sino a poco tempo fa la terapia della spondilite anchilosante consisteva nella somministrazione di farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS) e nel programma di riabilitazione. I FANS sono efficaci nel controllo del dolore e della rigidità e consentono anche di ottenere un miglioramento della funzione.

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Olivieri, L., Salvarani, C., Cantini, F., Punzi, L., & Matucci Cerinic, M. (2003). Recommendations for starting anti TNF-α in patients with ankylosing spondylitis. Reumatismo, 55(4), 220–223. https://doi.org/10.4081/reumatismo.2003.220